La crisi pandemica non ha risparmiato nessuno, uomini e donne, ma il crollo dell’occupazione femminile è un dato allarmante che inquieta.
L’Istat ha certificato che il calo dei posti di lavoro sia in larga parte concentrato sul versante femminile.
Dei 101 mila occupati in meno nel mese di dicembre, il 98% è composto da donne, ovvero la quasi totalità.
Le donne occupate sono diminuite di 99.000 unità, mentre tra gli uomini la flessione è di soli 2.000 posti di lavoro.
Da brividi!
La crisi ha colpito molti settori, tra cui: servizi alla persona, turismo, cultura, dove la presenza femminile è molto forte.
Donne che hanno posizioni più fragili, precarie, contratti a termine e che faranno in futuro più fatica ad entrare nel mercato del lavoro.
Una parte dell’umanità del nostro Paese, ovvero il 50%, sono donne e non sono un soggetto svantaggiato.
Hanno voglia di lavorare, di mettere a disposizione il proprio sapere, hanno diritto ad avere pari dignità degli uomini nel lavoro e nei luoghi della rappresentanza.
La storia delle donne è fatta anche di faticose battaglie per conquistare spazi di libertà e di autonomia, non possiamo tornare indietro!
Oggi sono scese in campo tante donne che attraverso il documento chiamato “Manifesto: idee per una ripartenza alla pari” chiedono che sia affrontata la questione femminile in un’ottica di attenzione alle emergenze nei nuovi investimenti come i fondi per il Recovery Plan.
È l’occasione per il nostro Paese per recuperare il ritardo di anni rispetto ad altri paesi europei e investire le risorse dei fondi per arrestare l’emorragia nel lavoro femminile registrata durante la pandemia.
Il commissario UE agli affari economici Paolo Gentiloni ha dichiarato che dopo una discussione tra Commissione e Parlamento, finalmente è passato il principio secondo cui “la valutazione di impatto di genere debba essere trasversale e includere anche i grandi investimenti ambientali e digitali”.
Noi donne ci auguriamo che gli impegni siano mantenuti e che ci sia stretta sorveglianza, affinché non restino solo parole sospese…altrimenti la situazione rischia di aggravarsi ulteriormente.
Non si sprechi l’occasione di ridurre finalmente le disuguaglianze!