Non lasciamo, così come fu per il romanzo di Emilio Gadda, che questo “pasticciaccio” sulla scuola resti senza soluzione.
Non è un giallo quello che stiamo leggendo (nessun riferimento al colore), né un romanzo, anche se la trama, pagina dopo pagina, si infittisce di particolari, di figure sfuocate, di comparse e sembra non approdare a nulla.
Dov’è la scuola, così come la conoscevamo e l’avevamo lasciata mesi fa? Dove sta andando?
I fatti ma mano che scorrono i giorni non confermano ne smentiscono le molteplici ipotesi di riapertura, pesano i cambi di colore delle rispettive Regioni e i ricorsi approvati dal TAR.
La narrazione, al momento, non lascia trapelare nessun finale, se non ad aumentare la tensione narrativa della storia.
La scuola, gli studenti e gli insegnanti sono i veri protagonisti del racconto e riflettono uno spaccato di umanità oggi in forte sofferenza; è pertanto doveroso per chi amministra il Paese porre ordine in questa situazione caotica.
Questo intreccio di parole, di voci, a volte anche fuori dal coro, mettono in luce un garbuglio di idee che si sovrappongono e si annullano a vicenda in merito a criteri veri e praticabili su come ripartire con la didattica in presenza assicurando la tutela della salute di tutti e tutte.
L’augurio è che presto possiamo uscire dal “pasticcio” in cui siamo finiti e che il finale ci sia lieve.